Il clero che vogliamo

In gita a Lucca durante la Messa in Duomo, cui mi è capitato di assistere per breve tempo dal momento che ero entrato per visitare la chiesa, le parole dell’omelia del celebrante mi sono particolarmente piaciute. Egli insisteva sulla necessità, per il credente, di vivere la propria fede manifestandola e praticandola con animo gentile e tollerante, di rendere testimonianza con i propri atti, gesti e parole, e non professando di trovarsi in possesso di una supposta “Verità” superiore e di trattare con sufficienza quanti quella verità non condividono.

Nonna Mosella

Ieri è morta mia nonna Mosella, alla soglia degli 87 anni.
Negli ultimi tempi le sue condizioni erano alquanto gravi, non tanto sul piano fisico, quanto su quello mentale. Veniva lecito domandarsi se la sua vita fosse ancora degna di esser vissuta. Aveva momenti di lucidità, e più volte ti poneva lei stessa la drammatica questione: sarebbe stato meglio esser già morti. Rispondere a simili argomentazioni non è affatto facile. Anche esistendo la possibilità dell’eutanasia, in coscienza, quanto è facile e/o giusto, in un momento del genere, orientare qualcuno verso una simile scelta? A tal proposito riporto solamente il link a un documento sul sito dell’UAAR e parte di un’intervista a Montanelli.

A prendersi cura di mia nonna ultimamente erano le suore della casa di cura San Giuseppe a San Casciano. Certamente non gratis, ma con ben altro rispetto e cura per la persona in confronto a strutture analoghe che accompagnano persone come mia nonna fino alla morte. Non posso fare a meno di riconoscere che queste suore, pur di certo fedeli a quanto il Vaticano ci propina paternalisticamente, diano quotidiana testimonianza della loro scelta di vita con grandissima umiltà.

5 Commenti a “Il clero che vogliamo”

  1. Raffa afferma:

    Condoglianze, caro buon Netti.
    La questione dell’eutanasia, da me molto sentita, è molto complicata. Non solo le nazioni cattoliche, ma anche la maggior parte di quelle protestanti, hanno legislazioni molto restrittive.
    La cosa diventa ancora più complicata se si pensa che un eventuale trasporto di una persona in una nazione in cui si pratica l’eutanasia può comportare gravi problemi a chi la trasporta (concorso in omicidio).
    Comunque sperando di non averne bisogno prima, tra trenta-quarant’anni magari le cose saranno diverse.

  2. ALDO afferma:

    Condoglianze da parte mia e anche da Rosaria
    Perdere la nonna é sempre un grande dolore. Esprimi la nostra partecipazione anche ai tuoi genitori.
    Avremo modo di parlare con te del grosso problema che tu hai accennato, ti rinnoviamo l’invito a una cena da noi.
    Vorremmo tutti che ci fosse riservata una dolce fine, ma a noi comuni mortali non é dato di scegliere.
    Ti voglio sentire presto, abbiamo tanto di cui parlare.

  3. Alesil afferma:

    Condoglianze mau,
    da parte mia e di ale

  4. Giulia MO afferma:

    Volevo segnalare questo spunto, che non è nulla di più.
    Fosse vero, però, andrebbe ad aggiungersi alla lista delle ipocrisie presenti in ambiente cattolico.

    http://micromega.repubblica.it/micromega/2007/09/la-dolce-mort-1.html

  5. Giulia MO afferma:

    Ovviamente aggiungo anche le mie di cndoglianze, anche se molto in ritardo