Ebbene sì, una decina di giorni fa abbiamo fatto una seconda capatina nella capitale che ci ha veramente entusiasmati.
Questa volta il grosso delle visite si è concentrato in Vaticano. Il cui capo era assente per motivi di lavoro, era in trasferta in Australia. La maestosità di San Pietro mi/ci ha impressionato.
Dentro, fuori, in cima alla basilica, nei musei vaticani, nelle grotte, nel sagrato immenso del Bernini, nella scompostezza dei turisti americani, nella devozione delle piccole suore inginocchiate di fronte alla tomba di GP2… tutto racconta infinite volte la storia ecumenica di questa istituzione millenaria e dei suoi ispiratori. Da Gesù Cristo a San Pietro, da San Pietro a San Paolo, e così via, è un susseguirsi instancabile dello stesso racconto, in ogni opera d’arte, in ogni dipinto, scultura, edificio, pietra. Non è una dichiarazione di apo-apostasia questa… ci mancherebbe… è solo che mi fa impressione. Mi fa impressione la forza devastante di questa idea, il peso che ha avuto nella nostra cultura, le orribili tragedie che si è portata dietro, le meravigliose opere d’arte che ha ispirato, l’immenso tesoro custodito in Vaticano, un tesoro che fa apparire ben poca cosa il deficit di 9 milioni di euro del 2007 e mi fa venire in mente la disputa sulla ricchezza della Chiesa fra francescani e dignitari papali nel “Nome della Rosa”.