Archivio della categoria 'OB » Dubbi'

Guerilla Marketing

@ Venerdì 14 Gennaio 2005 @ 19:26

Cos’è il guerrilla marketing? Follia pura? Giuoco? Scherzo? Davvero si tratta di una nuova forma di marketing che sfrutta tecniche di comunicazione non convenzionali?
Non ci capisco niente. Il capitalismo riassorbe tutto?
E espropriproletari.com è una burla o fanno sul serio?

Guerrilla Marketing »

Google, che fare?

@ Domenica 28 Novembre 2004 @ 13:14

Ieri si è concluso il Novembre Stenseniano con una bellissima conferenza su Politica e Informatica che ha visto anche l’intervento straordinario di Beppe Grillo.
Il professor Gori ha fatto un intervento abbastanza allarmistico e preoccupante su Google. Tutti i dubbi che esprimevo l’altro giorno sono, a suo dire, pagliuzze. Non vediamo la trave. Oggi ci sono sostanzialmente due soli grandi motori di ricerca, a custodire le immense risorse che il web mette a disposizione: Google e Yahoo. Fino a qualche anno fa la situazione era molto più variegata. Adesso ci sono pochi draghi a custodire il tesoro. La naturale fiducia che tutti (molti?) riponiamo in Google e l’abitudine che abbiamo ad usarlo con efficacia lo rendono simpatico, affidabile, addirittura indispensabile. Google è un’autorità epistemica fondamentale. Tutto questo non sarebbe un problema di per se, se non fosse che tutto il patrimonio informativo che Google fornisce è gestito privatamante solo da Google, in una “grande vasca” in cui viene raccolto tutto ciò che il Googlebot riesce a pescare dalla rete e ai cui contenuti vengono poi applicati gli algoritmi necessari a stabilire il PageRank delle pagine web. Le nuove generazioni si stanno formando sulla rete. Google fa cultura. Già oggi per molti giovani studenti americani ciò che non è su Google non esiste. Il fatto che tutta questa informazione a cui si ha accesso sia gestita privatamente e sia potenzialmente manipolabile è la trave, il dato allarmante. Come ha fatto poi notare Beppe Grillo, la censura è già realtà (la Cina è un bell’esempio). Quando i diretti interessati vengono interpellati sull’argomento (e non si parla di Brin e Page, ma anche dei dipendenti di Google) spesso viene fatto notare il fatto che i servizi che Google offre sono gratuiti, a disposizione di tutti, trasparenti, e ormai indispensabili, e allora, che volete?
L’inseguimento da parte di Microsoft, anche se potesse essere efficace, non sarebbe che l’ingresso di un altro drago.
Mah? A parlar così di Google, mi si abbasserà il PageRank?
Peccato che poi non mi sia venuto in mente di registrare l’intervento di Beppe Grillo.

Google is a big brother?

@ Sabato 20 Novembre 2004 @ 19:49

Torno or ora dallo Stensen dove oggi si è parlato, fra le altre cose, dell’autorevolezza di Google.
Dopo la conferenza è emerso un piccolo dibattito che, IMHO, ha preso una piega un po’ oziosa, dato che si è parlato di tesi di laurea copiate da contenuti di ricerche su Google, ma non si è posto in evidenza un problema secondo me assai più grave e complesso.
Google, in pochi anni, si è affermato come un’autorità epistemica indiscussa, grazie soprattutto alla tecnologia innovativa del PageRank. Tutti (chi naviga su Internet) lo usiamo, ne realizziamo la potenzialità, ne siamo spesso entusiasti. Siamo portati a fidarci ciecamente del motorone, e i suoi servizi aggiuntivi sono altrettanto allettanti della ricerca classica (parlo della ricerca sui gruppi di discussione o della ricerca di immagini, ad esempio).
La cosa un po’ preoccupante, secondo me, è il numero di informazioni che Google accumula sui suoi utenti e che siamo portati a pensare non vengano utilizzate per nessun fine malevolo.
Be’, vediamo se dopo questo post il mio PageRank si abbassa…

Nel link che segnalo vengono messi in evidenza alcuni dei meccanismi che Google utilizza: il cookie di Google, Gmail, Blogger.com, la Google toolbar, Google Desktop Search, Hello.com…

How far do you trust Google?

Iperspecializzazione dell’informazione

@ Domenica 31 Ottobre 2004 @ 12:30

L’impressione che ho avuto in questi ultimi tempi, se ne parlava l’altra sera con Dani, è che l’informazione sia ormai di fatto un mercato e che questo mercato si stia sempre più specializzando. Questa specializzazione si manifesta sia nei mezzi comunicativi (televisione, giornali, radio, web, etc..) che nelle fonti, nei temi, nelle posizioni e nelle opinioni.
L’arricchimento dei mezzi e delle possibilità di comunicazione appare chiaramente, a prima vista, un bene. Ma costringe il fruitore dell’informazione a selezionare, è ovvio. Non si può leggere e ascoltare tutto. D’altra parte è inevitabile che la scelta tende a rivolgersi, naturalmente, ai temi di interesse, alle fonti fidate, alle posizioni condivise. La tecnologia offre, fra le altre cose, la facilità della selezione. Per esempio, tanto per dirne una, trovo che i feed RSS siano un ottimo strumento per tenersi aggiornati sui soli argomenti che vogliamo dalle sole fonti di cui ci fidiamo e approfondire solo ciò che ci incuriosisce, in base al titolo, all’autore, all’abstract. Oggi esiste perfino il Podcasting grazie al quale un blog può diventare una trasmissione radiofonica e l’ascoltatore/lettore può fruirne quando e come vuole.

Ma questo potere di filtrare non può diventare, alla lunga, pericoloso? Non può portare ad una progresiva ghettizzazione delle idee che rischia di cancellarne il confronto?

Se lo chiede, in un interessante articolo, l’Associazione culturale Gunegonda.

Il supermercato dell’informazione »

Mercenari sì mercenari no…

@ Sabato 23 Ottobre 2004 @ 11:51

mercenario.jpgE fatte ’sta pizza
La notizia è questa. Ora bisogna capire che cosa vuol dire…

Copio l’efficiente agire di Cippa: ricorriamo al prezioso aiuto di un autorevole dizionario per capire cosa vuol dire fare il mercenario:

mercenario   mer|ce|nà|rio
agg., s.m.
CO
1 agg., s.m.,che, chi lavora alle dipendenze altrui in cambio di un compenso in denaro | agg., che è eseguito o compiuto dietro compenso: lavori mercenari
2 agg., s.m., che, chi esercita il mestiere delle armi per professione al servizio di uno stato straniero o di gruppi politici o economici: soldati mercenari, truppe mercenarie, i mercenari della Legione straniera
3 agg., s.m., che, chi opera o agisce al solo fine del guadagno; spreg., prezzolato: giornalista m., una giuria di mercenari ha condannato quell’innocente
4 agg. BU commerciale: arte mercenaria
5 agg. BU di qcn., che concede i propri favori sessuali a pagamento | CO relativo alla prostituzione: trascorsi mercenari; amore m., rapporti mercenari, concessi a pagamento

Ora chiaramente è il significato 2 quello che ci interessa, ma allora… cos’è il mestiere delle armi?

Le Simone

@ Mercoledì 29 Settembre 2004 @ 15:08

simone.jpgMi piacerebbe essere un blogger bravo e serio e scrivere un bel post pieno di riflessioni e commenti intelligenti sulla liberazione delle Simone, invece mi unisco banalmente al coro di quanti si dichiarano contenti. Ebbene sì, sono sinceramente contento che siano tornate sane e salve.

Questo non mi esonera certo dal pormi domande. Non si è capito chi le ha rapite e perché, e ci sono diverse cose strane, che non tornano. Per esempio il fatto che i rapitori (sembra) parlassero in inglese. Mah? E poi mi pare che per il povero Baldoni non si siano dati da fare altrettanto. È solo perché era in altre mani? Mah?

Storie di outsourcing

@ Venerdì 24 Settembre 2004 @ 15:33

Linhsia mi segnala questo interessante articolo di Roberto Saviano che ci racconta alcuni retroscena della vicenda del rapimento delle due Simone. Retroscena che la stampa ufficiale si dimentica di raccontarci. A dire la verità l’articolo non mi sembra scritto troppo bene e contiene anche qualche errore di battitura, ma spero che le fonti su cui si basa siano autorevoli.
Quella che ci racconta è alla fine una storia di outsourcing. La nuove guerre non si combattono più (solamente) tra gli eserciti nazionali. Per questo facciamo così confusione: nel marasma ci sono società private occidentali che fanno in outsourcing quel che gli eserciti non riescono a fare da soli. Come al solito, a rimetterci sono i più deboli.

Leggi l’articolo »

Confusione

@ Lunedì 13 Settembre 2004 @ 15:20

Ci si trova come dire… un po’ spiazzati.
L’attentato terrorisitco alla scuola di Beslan mi ha particolarmente toccato, anche se non l’ho dato molto a vedere, perché ho cercato di pensarci poco. Non so se sia già tempo per le riflessioni, ma so per certo che molte persone, assai più autorevoli di me, hanno già parlato sufficientemente a sproposito e senza conoscere tante cose. Aggiungere la mia voce sperduta a questo inutile coro è alquanto pretenzioso, ma sento la necessità di dire qualcosa. E se non lo faccio, questo blog non va avanti, proprio perché, prima di andare avanti con fuffa e facezie, sento il bisogno di dire, almeno per un attimo, qualcosa di più serio.
Inizialmente il titolo di questo post era “Prendersela con i più deboli”. Questo perché una delle cose che è spiacevole riscoprire nel terrorismo e nelle “disgrazie del mondo” in generale è che a pagare sono sempre i più deboli, bambini compresi. Poi ho visto che il primo articolo di Internazionale, che ho comprato dopo suggerimento di un amico, ha proprio come titolo “I più deboli” e allora sembrava quasi copiato.

La settimana scorsa sono stato a vedere Fahrenheit 9/11.
Che cosa c’entra? Cos’ha a che vedere con quanto successo in Ossezia? Cos’è che ci atterisce? Cos’è che dobbiamo fare? Come si reagisce di fronte al terrorismo?

Non lo so, francamente mi sento molto confuso, e più cose leggo e/o vedo riguardo all’argomento, le mie idee, anziché chiarirsi, si confondono. A questo proposito la vignetta di Altan su Repubblica di oggi è molto azzeccata: il primo personaggio dice: “I terroristi ci impediscono di ragionare”, e il secondo risponde: “Sfondano una porta aperta”.
L’unica cosa che ho capito da queste vicende e di cui sono certo è che gli attuali governi hanno gravi responsabilità, gravissime. C’è chi arriva a ipotizzare complotti. Non arrivo a tanto. Mi riesce difficile credere ai grandi complotti e comunque nessuno può provare alcunché, almeno non prima che passi qualche secolo.
Sono solo convinto che gli avvenimenti degli ultimi anni abbiano giovato ai governi delle grandi potenze, li abbiano insomma aiutati a fare ciò che volevano fare, Bush in Iraq come Putin in Cecenia. E il grosso del problema non sta nemmeno in Iraq o in Cecenia, quanto piuttosto in una crisi di democrazia e controllo del potere internamente a questi paesi. Non credo che l’Europa sia immune da questo meccanismo, ma certamente siamo in una situazione molto diversa. Per quanto riguarda l’Italia… lasciamo perdere.

A questo punto mi/vi pongo una domanda che forse può avere una risposta: quale atteggiamento è più giusto assumere adesso nei confronti di chi commette atti di terrorismo? Voglio dire, è giusto continuare ad auspicare e favorire la via del dialogo? Se diamo risalto alle cause del terrorismo e cerchiamo di risolverle pacificamente non ammettiamo forse l’efficiacia del terrorismo? E allora? Dobbiamo favorire le scelte dure e chiudere ogni possibilità di dialogo con chi si macchia di questi crimini contro l’umanità? Magari operando scelte in senso antidemocratico e favorevole a governi responsabili quantomeno di gravissimi errori? C’è
il giusto mezzo? Dov’è? Qual è?

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Liberi gli ostaggi

@ Mercoledì 9 Giugno 2004 @ 15:25

iraq_ostaggi.jpgSicuramente una buona notizia.
Comunque qualche dubbio ce l’ho anch’io. Ma non starò ad aggiungere inutili commenti. Vi segnalo solamente un paio di link interessanti:

Poveri loro - Progetto Mayhem

Dietrologia elettorale - Notiziole di .mau