Paradossi della legge antifumo
Lunedì 28 Febbraio 2005 @ 20:47Debbo al Tarchiapone la segnalazione di questo articolo apparso sul Venerdì di Repubblica del 25 febbraio.
Debbo al Tarchiapone la segnalazione di questo articolo apparso sul Venerdì di Repubblica del 25 febbraio.
Ho letto sul sito del Phibbi che l’è venu’ fora il trailer del film della Guida Galattica per gli Autostoppisti…
Il film esce (ma dove, in USA?) il 29 aprile.
Chissà quando uscirà in patria italica?
L’altro giorno in un post ho usato l’espressione “indietro come la capra dei pompieri” perché a casa mia si dice così, ma ho sbagliato. L’espressione corretta del vernacolo fiorentino è “furbo come la capra dei pompieri“, come ben sa chi possiede il libro del Raddi (A Firenze si parla così).Cito direttamente da quel libro:
FURBO COME LA CAPRA DEI POMPIERI. Sta per sempliciotto; Ingenuo. Tale e quale la candida mascotte dei pompieri fiorentini del secolo scorso, una capretta, appunto, che anziché al Campo di Marte o alle Cascine, pare che andasse a brucare l’erba nell’allora piazza Vittorio Emanuele II, attuale piazza della Repubblica. […]
Sapevo invece (e evidentemente sbagliavo) che la capra cercava l’erba in piazza della Signoria e che era “indietro” appunto perché in quella piazza non aveva più alcuna speranza di trovare l’erba.
Questo l’angoscioso quesito che lo zio Yurix ci ha posto l’altro giorno. Ma la risposta non è un mistero. Sebbene vi siano più versioni… almeno così si dice, cerco di fornire quella più accreditata.
Huey, Dewey e Louie (questi i nomi originali) sono stati affiancati a Paperino già nel 1937. Li ha inventati Al Taliaferro, il disegnatore Disney che aveva trasformato Paperino dalla figura allampanata iniziale a quella più rotonda e con il becco più corto che conosciamo ancora oggi.
All’inizio Qui, Quo e Qua erano pestiferi e ne facevano di tutti i colori al povero Paperino. C’è voluto del tempo perché si trasformassero in quei ragazzi coscienziosi e assenati che sono.
Ah! Quasi dimenticavo… La mamma di Qui, Quo e Qua si chiama Anitra ed è cugina di Paperino. Nell’originale americano invece si chiama Della Thelma Duck (detta Dumbella) ed è la sorella di Donald Duck. Qui, Quo e Qua hanno fatto la loro prima comparsa negli U.S.A. il 17 ottobre 1937, e in Italia sono arrivati il 27 gennaio del 1938. Nel link c’è il fumetto dell’esordio.
Sono stato allo Stensen durante questo fine settimana per la prosecuzione del ciclo di conferenze e film nell’ambito del Novembre Stenseniano. Sto assistendo a quante più conferenze posso perché l’argomento mi interessa parecchio e la qualità dei relatori è davvero notevole.
Questo venerdì è stato proiettato “I pirati di Silicon Valley” di Martyn Burke. Il film racconta la nascita di Apple e di Microsoft e l’inizio dell’informatica di massa. Assolutamente interessante, anche se alcuni fatti sono alterati in maniera decisiva nel racconto. Ad esempio, una delle scene più belle è quella in cui Bill Gates, Paul Allen e Steve Ballmer (la Microsoft degli albori) si recano dalla IBM ad offrire un sistema operativo ancora inesistente. In realtà i fatti non sono andati così, anche se la scena rende bene la spregiudicatezza del giovane Gates e il momento che segna l’inizio della fortuna di Microsoft.
La scena più significativa è in un dialogo serrato tra Steve Jobs (cofondatore di Apple con Steve Wozniak) e Bill Gates:
Steve Jobs: I nostri prodotti sono migliori.
Bill Gates: Allora non hai capito. Questo non conta!
Per approfondire il tema del film in maniera più precisa e dettagliata ci sono stati consigliati il libro Hackers di Levy Steven e il sito di Steve Wozniak.
Il fine settimana dello Stensen è poi continuato con le conferenze del professor Ghezzi e dell’ingegner Borriello. Entrambi gli interventi sono stati molto validi e hanno dato inizio, nel seguito, ad un’anticipazione delle riflessioni che saranno oggetto del vero e proprio Novembre Stenseniano.
Mi ha particolarmente colpito un commento di Borriello (che ha lavorato nel gruppo della Olivetti per la costruzione del primo calcolatore elettronico italiano) il quale ha detto che, negli errori commessi dalle aziende tecnologiche, secondo lui almeno l’80% della responsabilità è da attribuirsi quasi sempre al management, e solo il resto ai tecnici.
E non li dimostra!
Anche oggi è una giornata importante nella storia delle telecomunicazioni. La prima trasmissione radiofonica italiana con veste ufficiale aveva luogo il 6 ottobre 1924. Da allora sono passati 80 anni, la radio è cresciuta, si è diffusa, ha avuto i suoi momenti di crisi, ma è ancora un grande mezzo, che non ha perso di forza e di importanza nonostante il successo e la diffusione di tanti altri mezzi di comunicazione.
Andrea mi segnala l’interessante rassegna cinematografica e di conferenze dell’Istituto Stensen.
Homo Cyber: il fascino, le prospettive e le inquietudini dell’era informatica.
Anche se si chiama Novembre stenseniano, comincia oggi.
Contare sulle dita delle mani è una cosa che si impara ben presto, fin da piccoli.
Il numero delle dita delle mani è all’origine della base 10 del sistema numerico più utilizzato comunemente (quello decimale appunto).
Eppure il sistema classico di contare sulle mani è estremamente inefficiente: si arriva solo fino a 10.
Fin dall’antichità, comunque, sono esistiti metodi alternativi per contare e svolgere calcoli più complessi usando le dita delle mani e altre parti del corpo. Un metodo che consente di arrivare fino a 28 utilizza le falangi delle dita.
Luca Pacioli e il venerabile Beda avevano già proposto metodi che consenitvano di arrivare più lontano, utilizzando combinazioni diverse di dita alzate e abbassate nella mano.
L’informatica apre nuove strade.
Qualche tempo fa mi sono poi imbattuto in una T-shirt di Thinkgeek in cui è rappresentato, ironicamente, il modo di contare sulle dita di una mano in binario (25). 00100 è il medio alzato e vale 4.
Il sito che segnalo è particolarmente bello perché propone vari metodi di rappresentazione e consente di visualizzarli tramite un applet Java.
Ormai chi non ha in casa tale splendido oggetto per uccidere questi insettacci molesti?
Tratto da: Centro Ricerche Disinfestazione: Zanzare
« Le zanzare appartengono alla famiglia dei Culicidi, insetti caratterizzati da addome lungo e stretto e apparato boccale che forma un lungo rostro atto a pungere e succhiare.
Le uova vengono deposte nell’acqua; larve e ninfe sono acquatiche e si portano ogni tanto in superficie a respirare disponendosi in maniera diversa per le due sottofamiglie.
I maschi adulti si nutrono di succhi vegetali, mentre le femmine attaccano animali a sangue caldo (per lo sviluppo delle uova necessitano di sangue).
[…]
Le femmine di zanzara vengono attirate prevalentemente dagli odori e dalla anidride carbonica emessa durante la respirazione. »
Altre risorse:
Il problema delle zanzare a Firenze »
Zanzare: queste conosciute (purtroppo) »
Galleria fotografica di cadaverini di zanzare »
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