Archivio della categoria 'Quotations'

è l’ementare what’s on?

@ Venerdì 1 Agosto 2008 @ 20:40

Cena delle lementari Non è un mistero che abbia sempre avuto una vena malinconica & ironica e a tratti depressiva alla Marvin, l’androide depresso della guida galattica per l’autostoppista. I segni del tempo che passa mi graffiano sempre l’anima, e ultimamente anche di più. Nonostante tutto, ce l’ho fatta ad affrontare un incontro con i compagni delle scuole elementari senza troppi patemi. Nessuno ancora morto, nessuno in carcere, nessuno che si droga, nessuno in politica. Eravamo una bella classe dunque, non c’è che dire. Fortunata, se non altro. Se l’altra sera ho contribuito a stemperare con l’alcool la malinconia, la mattina dopo a vedere le foto mi è preso un po’ male. I miei compagni di allora, ancora ben conservati nell’essenza del loro spirito, invecchiano nelle membra, come tutti quanti, e sono lo specchio del mio stesso invecchiamento.

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Odifreddi sul Camino de Santiago de Compostela

@ Venerdì 20 Giugno 2008 @ 09:35

L’idea nacque durante questa puntata di Sumo, simpatico programma di Radio Due.
Odifreddi sta percorrendo il mistico cammino e da questo percorso nascerà un libro scritto insieme a Sergio Valzania.
Claudio Sabelli Fioretti lo ha intervistato per La Stampa e ne viene fuori un dialogo a tratti esilarante, a tratti preoccupante (mentre molte cose le condivido, sul sistema sovietico Piergiorgio dovrebbe stare un po’ più attento alle cose che dice).

Einstein e religione

@ Mercoledì 14 Maggio 2008 @ 12:23

Einsten Vs Zappa
Notizia ANSA - grassetti miei…

Per Albert Einstein Dio “non è nient’altro che l’espressione e il prodotto delle debolezze umane” e la Bibbia è “una raccolta di leggende dignitose ma primitive”. In una lettera poco nota del 1954, che sarà messa all’asta a Londra nei prossimi giorni dopo essere stata per mezzo secolo in una collezione privata, lontana da occhi indiscreti, il più grande fisico del ventesimo secolo è molto critico nei confronti delle religioni rivelate e non risparmia nemmeno la sua, quella ebraica. La lettera fu scritta a mano in tedesco dal teorico della Relatività il 3 gennaio del 1954, quindici mesi e mezzo prima della sua morte avvenuta a Princeton negli Stati Uniti.

È indirizzata al filosofo Eric Gutkind, che gli aveva spedito copia di un suo libro sulla Bibbia. Sarà venduta al miglior offerente giovedì prossimo dalla casa d’aste ‘Bloomsbury Auctions’. Secondo gli esperti vale circa diecimila euro. Sul rapporto di Einstein con la religione e con Dio sono state pubblicate decine di libri, con le tesi più disparate, a sostegno o a confutazione dell’ateismo. Il geniale autore dell’equazione E=mc2 amava il linguaggio teologico e nel 1926 se ne uscì con uno dei suoi più famosi aforismi quando disse per supportare la sua convinzione di una intrinseca razionalità nell’architettura dell’universo: “Dio non gioca a dadi”.

Un altro suo stracitato aforisma suona così: “La scienza senza religione zoppica, la religione senza scienza è cieca”. La lettera a Gutkind sembra però portare massicciamente acqua al mulino di chi considera Einstein - educato nella religione ebraica da genitori non credenti e per un certo tempo studente di una scuola elementare cattolica - in piena sintonia con l’ateismo moderno. Nella missiva il fisico è in effetti tranciante: liquida come infantili le “leggende” della Bibbia e sottolinea che “per quanto sottile sia nessuna interpretazione può modificare quel dato”.

“Per me - confida all’amico filosofo - la religione ebraica è al pari di tutte le altre un’incarnazione delle più infantili superstizioni. E per me il popolo ebraico, al quale sono contento di appartenere e con cui sento una profonda affinità mentale, ha le stesse qualità di tutti gli altri popoli. In base alla mia esperienza non sono meglio degli altri gruppi umani anche se la mancanza di potere li protegge dai peggiori cancri. Non vedo in essi nulla di eletto”.

Tendenzialmente panteista se si tiene conto del suo desiderio di “sperimentare l’universo come un unico tutto cosmico” e di vivere il “sentimento religioso del cosmo”, Einstein si rifiutò sempre in vita di venire monopolizzato dagli ateisti militanti: lo irritavano la loro mancanza di umiltà e la loro incapacità di comprendere “l’eterno mistero del mondo”. Curiosamente, pur essendo stata venduta una prima volta all’asta nel 1955 prima di essere inghiottita dentro un’imprecisata collezione privata, la lettera proposta a Londra da Bloomsbury Auctions non figura sul libro più autorevole pubblicato in argomento, ‘Einstein e la religione‘ di Max Jammer, e molti biografi del fisico sembrano averne ignorato fino ad oggi l’esistenza.

Aspettando l’erection day

@ Martedì 26 Febbraio 2008 @ 18:48

Via Leonardo, vi segnalo che, conti alla mano fatti alla svelta, se tutti gli elettori votassero come hanno votato alle scorse politiche, Berlusconi non otterrebbe la maggioranza al Senato.

E comunque…

Chi ama l’amore chiama l’amore per nome: “amore”. Ma non basta. È necessario dare vita ad un grande movimento popolare che conferisca slancio e competitività al sentimento per eccellenza. Ecco allora che dalle ceneri della partitocrazia nasce la risposta italiana alla domanda: “Come si chiama questo partito?”: la Lega dell’Amore.

Cippa, quando scendi in Italia, dobbiamo cantarla insieme.


Ilma e Ilsa

@ Venerdì 9 Novembre 2007 @ 14:24

Ilsa e IlmaDue classici del cinema…

Il primo (autoprodotto) mi è stato donato da AleSil® in occasione del mio recente compleanno, il secondo (in lingua originale, ma con i sottotitoli in finlandese) da Raffa, dopo che gli ebbi segnalato dell’esistenza di questa perla del cinema di cui avevo scoperto l’esistenza sul blog di Giuvi

Ecco un estratto da questo articolo:

…i termini chiave del dibattito sulla comparabilità tra i Lager nazisti e i Gulag sovietici erano stati posti dalla prosperosissima attrice americana Dyanne Thorne.

Dopo aver vestito i (succinti) panni dell’aguzzina hitleriana a capo di un Lager femminile nel film che ha inaugurato il filone della Nazi-Sexploitation, Ilsa la belva delle SS (1975), la Thorne si ripropose nella veste (altrettanto succinta, ma a temperature decisamente più basse) della direttrice di un Gulag sovietico, in Ilsa la tigre della Siberia (1977). Nel primo film castrava i suoi amanti-prigionieri al termine di notti piuttosto focose; nel secondo, dava in pasto i medesimi prigionieri a una tigre perfino più famelica di lei.

Per il resto, stessi stivaloni, stessi frustini, stesso strabordante davanzale: con buona pace di Nolte e della sua tortuosa teoria su Hitler che avrebbe imitato il terrore bolscevico per giocare d’anticipo su una fumosa minaccia asiatica, l’equiparazione tra Auschwitz e la Kolyma era stata posta da Ilsa in termini assai persuasivi.

Giuseppe Garibaldi

@ Giovedì 5 Luglio 2007 @ 14:26

Oups!! Che sbadato.
Ieri, 4 luglio, era il bicentenario della nascita di Giuseppe Garibaldi (oltre che essere il giorno della festa dell’Indipendenza degli Stati Uniti d’America - chissà quanti cittadini amerigani sanno che il nome del loro grande paese, e continente, è dovuto a un fiorentino).
Giuseppe GaribaldiMeno male che il Caluri me lo ricorda e non posso fare a meno dell’occasione per ravvivare un po’ del solito anticlericalismo imperante in questo blog.

Se sorgesse una società del demonio, che combattesse despoti e preti, mi arruolerei nelle sue file

Su Pio IX, il papa:

la più nociva fra le creature, perché egli, più nessun altro è un ostacolo al progresso umano, alla fratellanza fra gli uomini e dei popoli

Nel testamento:

Siccome negli ultimi momenti della creatura umana, il prete, profittando dello stato spossato in cui si trova il moribondo, e della confusione che sovente vi succede, s’inoltra, e mettendo in opera ogni turpe stratagemma, propaga coll’impostura in cui è maestro, che il defunto compì, pentendosi delle sue credenze passate, ai doveri di cattolico: in conseguenza io dichiaro, che trovandomi in piena ragione oggi, non voglio accettare, in nessun tempo, il ministero odioso, disprezzevole e scellerato d’un prete, che considero atroce nemico del genere umano e dell’Italia in particolare. E che solo in stato di pazzia o di ben crassa ignoranza, io credo possa un individuo raccomandarsi ad un discendente di Torquemada

De libero arbitrio

@ Sabato 3 Marzo 2007 @ 16:42

La visione di Houellebecq:

Fenomeni atomici discreti, gli scambi di elettroni tra neutroni e sinapsi all’interno del cervello sono per principio assoggettati all’imprevedibilità quantistica; tuttavia il gran numero di neuroni fa sì che, per annullamento statistico delle differenze elementari, il comportamento umano sia - tanto in generale quanto in particolare - altrettanto rigorosamente determinato di quelli di qualsiasi altro sistema naturale. Eppure, in determinate circostanze, estremamente rare - i cristiani parlavano di stato di grazia - un’onda di coerenza nuova sorge e si propaga all’interno del cervello; si manifesta, in maniera temporanea o definitiva, un comportamento nuovo, regolato da un completamente diverso sistema di oscillatori armonici; allora si dà quello che si è convenuto di designare come atto libero.

Michel Houellebecq - Le Particelle elementari