Che bella faccia…

Che bella faccia…io non capisco come non vi piaccia.

Che ci sia da scandalizzarsi adesso, da fare pseudo secessioni aventinesi ora francamente, mi pare tardi. Il lupo perde il pelo… Berlusconi ne ha messo in testa di nuovo, e non ha mai dato alcun segnale, a mio parere, di essere cambiato in qualche modo. Dopo le numerose scandalose vicende di questi 14 anni dalla sua discesa in campo non mi sembra che potessimo aspettarci di meglio. Per di più in un momento di tanta popolarità e con una maggioranza così forte.

Demonizzarlo non è mai stata un’arma efficace. Neutralizzarlo non è mai stata un’idea concreta del centrosinistra. Nell’ultima campagna elettorale il Partito Democratico ha voluto puntare su un’altra strategia, quella di considerarlo un avversario politico normale. Un leader di coalizione avversaria come ce ne sono tanti in giro per l’Europa. A Veltroni sembrava che l’unico modo per riuscire in tale titanica impresa fosse quella di non nominarlo mai (invano). In fondo Berlusconi dalla politica e dalla sinistra aveva già avuto tutto quello che desiderava. O forse no…
Il gioco non funziona molto bene nemmeno così come è stato impostato, sull’opposizione morbida e dialogante. E allora?

Quello che manca e che è mancato è che nessuno è stato in grado di spiegare come certi vantaggi acquisiti dal signor Berlusconi e dai suoi lacchè non siano solo affar loro, ma siano anche, di fatto, un danno alla collettività. O meglio, visto che in Italia nessuno sa bene cosa sia la collettività, bisognerebbe riuscire a far capire alla gente che tutte le volte che c’è un signor Berlusconi che beneficia di una legge, ci sono uno, dieci, cento signor Rossi che ne soffrono, che perdono un po’ di diritti, un po’ di libertà e anche un po’ di soldi. Certamente lo Stato, la politica, la giustizia, la libertà, non sono sistemi a somma zero, ma ci sono molte situazioni in cui innegabilmente, se qualcuno trae vantaggio, è a scapito di qualcun’altro.

Tempo fa a “Che tempo che fa”, Travaglio, ospite da Fazio era molto chiaro nell’esprimere questo concetto. Bisogna farla finita con il moralismo. Tutto sommato è uno dei tanti modi per screditare chi accusa il nostro Presidente del Consiglio e probabilmente in un paese come il nostro nessuno ci fa ormai più caso. Bisogna rendere chiaro che si tratta di una faccenda di vantaggi e di svantaggi, di un bilancio che quando segna positivo per un potente che da 14 anni è in ballo sul carro della politica per coltivare i suoi interessi, segna negativo per il cittadino normale. Anche se ci sarà sempre chi, come il mio capo, continuerà a dire che “sono tutti uguali, tutti rubano alla stessa maniera“, e quindi in sostanza non c’è alcuna scelta possibile per tutelare i propri interessi dalle ruberie della classe dirigente. Un discorso che, guarda caso, vale per i politici, ma non vale per gli immigrati (non delinquono tutti alla stessa maniera, i gruppi etnici hanno specializzazioni criminali ben precise. Sarà pur vero, ma continuo a pensare che un criminale sia un criminale, sia che sia italiano, rumeno, marocchino o che altro).

Evelina MannaChe ci si disinteressi della questione morale, è abbastanza manifesto. Nessuno si scandalizza, al massimo ci si fa una risata. Le conseguenze della famosa intercettazione Berlusconi - Saccà sono state praticamente nulle, se si eccettua un divertente andirivieni della telefonata in questione tra vari siti internet e radio nazionali (per di più, in quest’ultimo caso, spesso in programmi di intrattenimento). Eppure si trattava di un fatto gravissimo, in cui un leader dell’opposizione dichiarava esplicitamente al direttore di una emittente televisiva nazionale che il già ben poco ortodosso favore che gli stava chiedendo era legato al tentativo di ottenere la maggioranza in Senato, tramite un non troppo mascherato mercimonio sessuale.

Quindi dimentichiamoci dell’indignazione. Quella al massimo il popolo italiano la tirerà fuori al momento meno opportuno quando il leone sarà avvilito, stanco o abbattuto, come fu di Mussolini prima e di Craxi poi. No, virgin di servio encomio oggi e di codardo oltraggio domani, l’opposizione a Berlusconi deve far passare un altro messaggio. Quello della poca convenienza. E non è facile.

Un conoscente di mio padre amava dire “L’Italia è un paese in cui ognuno ruba nel suo piccolo“. E proseguiva “…un politico che ruba, sono anche disposto ad accettarlo, purché poi ci sia anche un vantaggio per me“. C’è una mia amica, una ragazza così buona e ingenua, la conosco da 10 anni, rimasi di sasso quando mi disse, alle scorse elezioni, parlando di lui: “Sì, sì, lo so… sarà pure corrotto e tutto quanto il resto, però, se mi toglie l’ICI sulla casa io lo voto“. Chi lo dice che la politica debba essere anche etica, e chi lo dice che l’etica non debba essere utilitaristica?
Diceva il buon vecchio Bertrand Russell[1]: “Al di fuori dei desideri umani non c’è alcuna misura morale. Ciò che distingue l’etica dalla scienza non è uno speciale tipo di conoscenza, ma soltanto il desiderio. Il tipo di cognizioni richiesto dall’etica non è diverso da qualsiasi altra conoscenza; la sua particolarità sta nel desiderio di raggiungere determinati fini, attraverso una giusta condotta.” Ma proseguiva, e qui viene il bello: “Naturalmente, se la definizione di giusta condotta deve essere accettata da molti, anche i fini devono essere accettati da molti. Se io definissi giusta condotta quella che accresce i miei redditi, i miei lettori non accetterebbero questa definizione“.
Ho l’impressione che Berlusconi sia invece riuscito a convincere molti italiani che la giusta condotta è quella che accresce i suoi redditi (o i suoi poteri, le sue impunità, etc.).

[1] Bertrand Russell - Il mio credo - 1925

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