La tessera elettorale è una cagata pazzesca
Siccome ci ho il blog, voglio dire la mia su un argomento che, ad ogni tornata elettorale, mi si ripresenta fastidioso come un prurito.
Come testimonia anche il nuovo link che ho piazzato nella barra di sinistra, sono ormai diversi anni che faccio il segretario del seggio elettorale alle elezioni. È dalle Amministrative del 1995, per la precisione, e non ne ho mancata una. Ormai ho acquisito una certa esperienza in materia di operazioni del seggio elettorale, e ne ho viste parecchie, ma sono convinto che è nulla, rispetto a quello che si sente in giro.
Fra le tante, fare il segretario del seggio significa anche avere a che fare con (quasi) tutta la burocratia delle elezioni. Che gioia riempire i verbali, cosa che spesso non è affatto una passeggiata, anche perché i verbali sono fatti in maniera tale da impedirti di capire quali sono le parti da riempire correttamente veramente importanti (i risultati dello scrutinio) e quelle quasi totalmente inutili (gli orari di apertura e chiusura delle operazioni, la partecipazione, ripetuta all’inizio di ciascuna parte del verbale, dei rappresentanti di lista).
Ad ogni modo, una delle cose che da tempo mi ha infastidito, e ogni anno che passa è peggio, è stata l’introduzione della tessera elettorale.
La tessera elettorale è stata introdotta per la prima volta alle Politiche del 2001. Prima c’era il certificato elettorale, che ti arrivava a casa un po’ di tempo prima delle elezioni, e che ti ricordava che si andava a votare. Il certificato elettorale aveva il vantaggio, per scrutatori & company, che si staccava il tagliandino, come un biglietto del cinema, e il tagliandino rimaneva al seggio, per poter contare i votanti.
Da quando esiste la tessera elettorale, ho riscontrato una bella serie di problemi:
- Costringe il personale del seggio a un lavoro in più (dobbiamo annotare il numero della tessera su un registro a parte) rallentando le operazioni
- Rende più probabili gli errori (è più facile sbagliare a riportare una serie di numeri su un registro che strappare un tagliandino)
- La gente lo perde (non è un documento che usi così spesso da poterti ricordare sempre dove lo hai messo)
- I cambi di residenza non vengono registrati così rapidamente come dovrebbero (abbiamo avuto almeno tre elettori che sulla tessera elettorale avevano il numero della nostra sezione ma dovevano votare in un’altra)
- È più facile in teoria votare due volte, infatti certi elettori possono votare in una sezione diversa da quella di appartenenza (per esempio il personale del seggio). Dato che la tessera elettorale è il documento che accerta il diritto al voto, era più facile prima controllare se uno aveva il tagliando strappato dal certificato, piuttosto che controllare, ora, se ha il timbro con la data delle elezioni sulla tessera. Per non parlare di chi perde il diritto di voto temporaneamente. Sulla tessera non ci sarà mai scritto.
Riguardo al fatto della gente che perde la tessera, be’, ho visto almeno un 30% di tessere duplicate.
Uno è arrivato con il certificato elettorale dei referendum del 2000!! Ma poi va considerato il fatto che l’Italia è un paese di vecchi. Almeno due elettori del mio seggio, non avendo la tessera, hanno rinunciato al diritto di voto, per le difficoltà che comportava per loro andare in Comune a ritirare il duplicato della tessera. Insomma, un macello.
E tutto questo a che scopo? Per risparmiare due lire che davi alla gente che andava a portare i certificati. Be’, sempre meglio dare i soldi ai ragazzi che portavano i certificati che dare 6 milioni di euro alle compagnie di telefonia mobile per spedire i messaggini della Presidenza del Consiglio.
Giovedì 17 Giugno 2004 @ 13:57
Lasciamo stare la questione degli SMS… e’ piuttosto ridicola.
Chissa’ quanto poteva costare allo stato il dover distribuire alle persone i tagliandi…
Giovedì 17 Giugno 2004 @ 15:00
Anche molto, ma erano soldi che davi a delle persone che magari ne avevano bisogno, a ragazzi, che li avrebbero spesi probabilmente in Italia… insomma, fai girare l’economia.
Meglio che darli alle compagnie di telefonia mobile a partecipazione estera, possedute dai grandi dell’alta finanza.
Giovedì 17 Giugno 2004 @ 15:29
Siete sicuri che il governo ha pagato per i messaggini? Non è che le compagnie erano “tenute” a mandare messaggini “per problemi di ordine pubblico”?
In ogni caso le due cose non sono l’una la sostituta dell’altra…
Giovedì 17 Giugno 2004 @ 15:32
Stando a quanto c’è scritto qui sono stati spesi solo 2, 3 milioni, e non 6 come avevo sentito alla radio.
Giovedì 17 Giugno 2004 @ 17:01
credo che le compagnie siano tenute a mandare i messaggi, ma probabilmente si possono far pagare.
facendo un conto, se in italia ci sono 40milioni di numeri e spedire un SMS ti costa 0.1 Euri (200 lire), il totale sarebbe attorno a 4 milioni di euro.
Il prezzo e’ veramente da ladri, quali le compagnie telefoniche sono.
Tra l’altro ora e’ aumentato il minimo di ricarica senza sovrapprezzo: 60 Euri!!! ma siamo impazziti? altrimenti si pigliano un minimo di 10% cosi’ a ufo.
Certamente era meglio dare alla gente un lavoro e retribuirlo, anche poco, ma retribuirlo.
ma non e’ questo quello che interessa ai nostri governanti…
Giovedì 17 Giugno 2004 @ 17:12
in effetti se fossero stati distribuiti i certificati elettorali non ci sarebbe stato bisogno del SMS per ricordarci l’ora dell’apertura delle urne, visto che si puo’ scriverla sul certificato.
Inoltre non c’e’ il problema dello smarrimento della tessera e tutti i problemi al seggio che diceva il Mau.
Comunque esiste un modello che io ho trovato sul sito di controradio da mandare al garante della privacy http://www.controradio.it/red/2004/smsber.pdf
Giovedì 17 Giugno 2004 @ 18:42
L’introduzione della tessera elettorale è avvenuta durante il governo di centro-sinistra.
Comunque, tanto per aggiungere un dettaglio, al mio seggio ho avuto 652 votanti iscritti alla sezione + 4 non iscritti (fra personale del seggio e personale di pubblica sicurezza), per un totale di 656 votanti.
Considerando che c’erano 22 ore per votare (dalle 15 alle 22 di Sabato 7 ore + dalle 7 alle 22 di Domenica 15 ore) si tratta di circa 30 votanti all’ora, ovvero un votante ogni due minuti. È piuttosto improbabile che i votanti si distribuiscano uniformemente nel tempo, e inoltre va considerato un alto numero di persone anziane, un pacco di 3 schede (a Firenze ben 4). Se l’elettore dovesse seguire alla lettera le indicazioni delle istruzioni per votare, le file sarebbero lunghissime e probabilmente molta gente non potrebbe votare. La riduzione di un terzo delle sezioni elettorali è stata un’altra cagata.
Sabato 18 Dicembre 2004 @ 13:03
A proposito di sms, leggete un po’ qua:
http://punto-informatico.it/p.asp?i=50886
Quindi oggi niente messaggini mi raccomando!!!
Sabato 18 Dicembre 2004 @ 19:25
La questione è vecchia. Pensa infatti che un sms contiene al massimo 160 caratteri, che equivalgono a 160×8=2560 bit; anche considerando un po’ di overhead in testata ipotizziamo che un sms (al massimo) contenga 3000 bit.
Il costo in bit è pertanto 0.15?/3000=5*10^-5? a bit.
Nel caso di una telefonata invece, ipotizziamo 0.30? al minuto e un bitrate di 14.4 kbit/s (se non ricordo male) il costo è:
0.30?/(14400*60)= 3.47222222*10^-07? a bit.
Praticamente un rapporto pari circa a cento.