Mi rendo bene conto che questa mia deriva religiosa mi è ormai sfuggita di blog, ma che volete farci? Un giorno forse scriverò del perché e del percome e di come sta maturando il mio pensiero intorno a molte cose. Il fatto di avere un papa teologo influisce fortemente.
Insomma, per farla breve, Laura mi segnala una curiosa notizia: alla fiera di articoli religiosi Koinè è stato presentato il rosario elettronico. Non so se l’immagine dell’iPod qui sotto corrisponda davvero al prodotto della P.R.E.X. Company, il loro sito è ancora in allestimento.
Spoiler:
In un regime dittatoriale, in cui anche solo fare una battuta satirica può essere motivo di recriminazione e difficilmente sai qual è il confine tra il lecito e l’illecito, l’arrivismo di individui senza scrupoli, l’ipocrisia, l’arroganza dei potenti ([dis]qualità umane presenti a ogni latitudine, longitudine e in ogni periodo) sono ulteriori limiti alla libertà di quanti non accettano di partecipare al gioco meschino delle parti, di farsi inghiottire in una spirale che conduce necessariamente ad un agire egoistico (mors tua vita mea, o, al limite, fiat mors mea: non ce la faccio e allora mi ammazzo). Eppure esistono le persone buone (die guten Menschen) e possono nascondersi proprio dietro uno spietato, metodico, efficientissimo agente della Stasi. Il convinto idealista, che non ha una vita sua ma la dedica esclusivamente al controllo di quella degli altri per un bene più grande in cui crede, non accetterà quelle ipocrisie e quell’arroganza che il suo inquadramento gli impongono proprio quando scopre che le vite degli altri possono essere fatte di passioni e sentimenti e che il regime che serve non è puro quanto le idee che sostiene.
Scandita dal ritmo incessante delle ricorrenze cristiano-cattoliche (ma tutte di innegabile origine pagana e/o giudaica) la mia collezione di foto si arricchisce di una nuova galleria…
Avvertenze per i non nerd: questo è un post altamente nerd come non ne scrivevo da tempo e come non ne ho mai scritti in questo nuovo blog.
Anche se la mia attività in Aperion è alquanto varia e ultimamente assomiglia decisamente di più quella di un amministratore di sistema che a quella di uno sviluppatore web, capita, assai spesso, di aver da fare un po’ di debug su vari website, sia a livello di aspetto (leggi CSS e DOM) che di funzione (leggi Javascript, DOM e Applicazioni Server Side). [Di AJAX e Web 2.0 non ci siamo ancora occupati, anche perché sul fronte dello sviluppo il tempo è dedicato a cose assai più rigide del software e più divertenti del semplice web].
Anche se nel mio passato informatico non posso vantare l’uso di Mosaic, da tempo uso Firefox, visto che Explorer, per lo sviluppatore, offre ben pochi strumenti per effettuare un debug minimamente serio. Per aumentarne ulteriormente le potenzialità esistono almeno due strumenti estremamente utili, liberamente disponibili come estensioni per Firefox.
Il primo è Web Developer Extension di Chris Pederick, un’estensione che aggiunge una barra e un menù (anche contestuale) con una serie di strumenti molto utili.
Il secondo è Firebug, assai più complesso e potente, tanto da poter essere considerato un vero e proprio framework di sviluppo per il web.
Ma non si può prescindere da Internet Explorer, dato che, nonostante il dilagare di Firefox, la maggior parte degli utenti tende ad usare ciò che gli viene fornito di default. Con l’uscita di Explorer 7, che si installa (quasi) da solo sul computer del malcapitato utente Windows, le cose si sono complicate, perché spesso il risultato ottenuto nell’aspetto (e a volte anche nelle funzionalità) di un sito è diverso rispetto alla versione precedente del browser. Molti hanno ancora Explorer 6. Come risolvere questa faccenda e tenere sotto controllo il frutto del proprio lavoro senza ricorrere a salti mortali tra un computer e un altro o a scelte fantascientifiche come la virtualizzazione?
Ebbene è possibile far girare contemporaneamente sulla stessa macchina (a patto di avere abbastanza RAM) più versioni di Internet Explorer. Joe Maddalone e Manfred Staudinger hanno reso disponibile uno specifico installer.
Oltre alle quotidiane estarnazioni dei difensori della famiglia tradizionale che hanno scelto di indossare la gonna, mi disgusta pesantemente la gran voce che la stampa italiana consapevolmente e puntualmente presta alla lobby vaticana.
Da molto tempo al mattino su Radio Due sento trasmettere il quasi fastidioso spot del Varnelli (attenzione che nel sito non si naviga senza Esplorer), un distillato all’anice che non avevo mai avuto la fortuna di assaggiare… almeno fino a sabato scorso.
Sono stato a Taste, alla Leopolda, e finalmente ho visto che il Varnelli esiste veramente. Temevo che sapesse troppo di anice, invece il gusto è assai piacevole.
La signora che lo presentava (probabilmente una delle quattro sorelle Varnelli) me lo ha fatto assaggiare liscio, col liquore al caffè, nel caffè, e mi ha definitivamente messo sulla cattiva strada con lo svuotino (della tazzina di caffè). Considerando che il Varnelli ha una gradazione alcolica di 46 gradi, sono uscito dalla Leopolda praticamente ubriaco (non è vero naturalmente, ho bevuto anche vino, nocino e rosolio e non ricordo niente).
Comunque, nonostante la difficoltà di reperire il distillato marchigiano, ho deciso: finisce l’era del Biancosarti, comincia quella del Varnelli.