Leggo dal blog dell’UAAR che Articolo 21 pubblica alcune interessanti tabelle sulla presenza mediatica degli esponenti di Chiesa Cattolica™ nei TG nazionali dall’ascesa al suolo pontificio di Bene detto XVI a qualche mese fa.
L’immagine che appare, che mi dà l’impressione di esser del tutto veritiera, è quella di un’informazione piuttosto asservita al Vatic’ano.
Tabella 1 - Classifica delle presenze nelle edizioni principali (pranzo e cena) dei TG Rai, nel periodo 19 aprile 2005 (elezione di Benedetto XVI) -14 gennaio 2008, di quattro soggetti: il Presidente della Repubblica, il Presidente del Consiglio, il Governo (Ministri e sottosegretari), il Vaticano (intendendo con esso il Papa e gli altri esponenti della Chiesa cattolica). Considerato 100 il tempo complessivamente dedicato dai telegiornali ai quattro soggetti indicati, la ripartizione percentuale si riferisce alla divisione in proporzione dei tempi tra questi quattro soggetti.
Tabella 2 - Classifica assoluta relativa ai tempi di intervento in voce nei telegiornali nell’anno 2007 da parte di Benedetto XVI
Tabella 3 - Presenze giorno per giorno di esponenti della Chiesa cattolica sul TG1 nell’anno 2007.
Tabella 4 - Dati sul pluralismo religioso all’interno dei TG RAI dal 2004 al 2007
Amburgo deve il suo nome al primo edificio permanente nella zona, un castello costruito nell’808 su ordine dell’imperatore Carlo Magno. La fortificazione sorgeva sul fondo roccioso di una palude fra l’Alster e l’Elba e fungeva da difesa contro le invasioni slave. Il nome del castello era Hammaburg, dove la parola burg ha il significato di castello. La parola Hamma rimane di origine incerta. L’alto tedesco antico include sia la parola hamma, angolo, che hamme, pascolo. Angolo potrebbe riferirsi ad una striscia di terra o ad una curva del fiume. In ogni caso la lingua parlata al tempo nella zona potrebbe non essere stato l’alto tedesco antico, dato che in seguito vi si parlava il dialetto basso sassone. Altre teorie sostengono che l’origine del nome del castello sia da individuarsi in una ipotetica foresta di Hamma, o nel villaggio di Hamm, inglobato più tardi nella città. La parola Hamm come nome di località ricorre molto spesso in Germania, ma il suo significato è altrettanto incerto. Potrebbe avere a che fare con heim e Amburgo potrebbe trovarsi nel territorio degli antichi Camavi. Comunque, una derivazione diretta dal termine heim (casa, città d’origine) sembra essere troppo azzardata, dal momento che il nome fu attribuito alla città dopo il castello. Un’altra teoria sostiene che il nome di Amburgo provenga dal termine ham che è il termine in antico sassone per riva.
Dal buon Raffa vengo a sapere che in Finlandia il nostro syNpatico leader dà nome ad una pizza della catena finlandese di pizzerie KotiPizza. Il link sull’immagine vi conduce ad una pagina da cui potete scaricare gli spot radiofonici della nuova pizza in formato MP3 (in finlandese).
Una nota di sarcasmo: il primo ingrediente della pizza Berlusconi è la renna affumicata (savuporo), un ingrediente che Silvio, se vi ricordate, avrebbe volentieri sostituito con il culatello di Parma.
Ha vinto il concorso come miglior pizza del mondo (non ho capito bene se fra le pizze di Kotipizza o di tutto il mondo).
Altri ingredienti sono i gallinacci (kanttarelli) e le cipolle rosse (punasipuli). Per la pasta (runsaskuitupohja) ci vuole l’aiuto del Raffa perché non capisco bene come sia fatta.
Comunque 10 euri mi pare un po’ cara.
Ieri sera Julia e io volevamo andare a fare la spesa e abbiamo deciso di prendere (per fortuna) la mia macchina. Arrivati dove l’avevo parcheggiata, ahimé, ci accorgiamo che la macchina non c’era più. Tra l’altro non è nemmeno che fosse tanto vicina a casa. Siamo quindi dovuti tornare a casa dove, con una rapida telefonata, ho tristemente appreso che la macchina era stata ovviamente carrettata. Eppure mi pareva tutto in regola: nessuna pulizia delle strade, e tutto in regola con il parcheggio in area residenti. No, pulizia e parcheggio non c’entravano niente, il comune aveva deciso che c’era di riasfaltare e rifare la segnaletica orizzontale di una delle piccole strade meno danneggiate di tutto il circondario.
Ironia della sorte, in depositeria me l’hanno parcheggiata al numero magico.
Che monellaccio quel Benedetto! Lo dovrebbe sapere che quando si dicono le bugìe Gesù Bambino poi piange.
Il Pontefice attacca la legge sull’aborto: ‘’L'aver permesso di ricorrere all’interruzione della gravidanza non solo non ha risolto i problemi'’ ma negli ultimi 30 anni ha creato una ‘’mentalità di progressivo svilimento della vita'’
Per Albert Einstein Dio “non è nient’altro che l’espressione e il prodotto delle debolezze umane” e la Bibbia è “una raccolta di leggende dignitose ma primitive”. In una lettera poco nota del 1954, che sarà messa all’asta a Londra nei prossimi giorni dopo essere stata per mezzo secolo in una collezione privata, lontana da occhi indiscreti, il più grande fisico del ventesimo secolo è molto critico nei confronti delle religioni rivelate e non risparmia nemmeno la sua, quella ebraica. La lettera fu scritta a mano in tedesco dal teorico della Relatività il 3 gennaio del 1954, quindici mesi e mezzo prima della sua morte avvenuta a Princeton negli Stati Uniti.
È indirizzata al filosofo Eric Gutkind, che gli aveva spedito copia di un suo libro sulla Bibbia. Sarà venduta al miglior offerente giovedì prossimo dalla casa d’aste ‘Bloomsbury Auctions’. Secondo gli esperti vale circa diecimila euro. Sul rapporto di Einstein con la religione e con Dio sono state pubblicate decine di libri, con le tesi più disparate, a sostegno o a confutazione dell’ateismo. Il geniale autore dell’equazione E=mc2 amava il linguaggio teologico e nel 1926 se ne uscì con uno dei suoi più famosi aforismi quando disse per supportare la sua convinzione di una intrinseca razionalità nell’architettura dell’universo: “Dio non gioca a dadi”.
Un altro suo stracitato aforisma suona così: “La scienza senza religione zoppica, la religione senza scienza è cieca”. La lettera a Gutkind sembra però portare massicciamente acqua al mulino di chi considera Einstein - educato nella religione ebraica da genitori non credenti e per un certo tempo studente di una scuola elementare cattolica - in piena sintonia con l’ateismo moderno. Nella missiva il fisico è in effetti tranciante: liquida come infantili le “leggende” della Bibbia e sottolinea che “per quanto sottile sia nessuna interpretazione può modificare quel dato”.
“Per me - confida all’amico filosofo - la religione ebraica è al pari di tutte le altre un’incarnazione delle più infantili superstizioni. E per me il popolo ebraico, al quale sono contento di appartenere e con cui sento una profonda affinità mentale, ha le stesse qualità di tutti gli altri popoli. In base alla mia esperienza non sono meglio degli altri gruppi umani anche se la mancanza di potere li protegge dai peggiori cancri. Non vedo in essi nulla di eletto”.
Tendenzialmente panteista se si tiene conto del suo desiderio di “sperimentare l’universo come un unico tutto cosmico” e di vivere il “sentimento religioso del cosmo”, Einstein si rifiutò sempre in vita di venire monopolizzato dagli ateisti militanti: lo irritavano la loro mancanza di umiltà e la loro incapacità di comprendere “l’eterno mistero del mondo”. Curiosamente, pur essendo stata venduta una prima volta all’asta nel 1955 prima di essere inghiottita dentro un’imprecisata collezione privata, la lettera proposta a Londra da Bloomsbury Auctions non figura sul libro più autorevole pubblicato in argomento, ‘Einstein e la religione‘ di Max Jammer, e molti biografi del fisico sembrano averne ignorato fino ad oggi l’esistenza.
Finalmente ho trovato il tempo e la voglia per rimettermi a giocare con Linux. Compiz è una figata! In questo filmato non si vede un granché, ma almeno il cubo si vede…