… non c’è salvezza. Così argomentava Benedetto XVI. Ma anche Fra Tuck: GET OUT OF MY CHURCH!.
Fuori dalla Chiesa Cattolica Apostolica Romana c’è il sottoscritto.
Deciso ad essere coerente fino in fondo con le mie scelte, ho chiesto e ottenuto di essere “sbattezzato”. In realtà non si tratta di una cancellazione dell’atto di Battesimo. Quell’atto è avvenuto e non può essere cancellato. Ma è stata accolta la mia manifesta volontà di non essere più considerato aderente alla religione cattolica. C’è chi lo chiama “sbattezzo”. In realtà è un atto di apostasia che può essere visto semplicemente come una campagna di bonifica degli archivi parrocchiali e che nel nostro paese fortunatamente non è un reato punibile con la pena di morte ma, anzi, è un diritto. Un diritto che, in Italia, è solo una recente acquisizione, ma che può essere esercitato attraverso il semplice invio di una lettera raccomandata con ricevuta di ritorno. In altri paesi europei le cose sono simili, anche se possibili da più tempo. In un comune spagnolo è stato recentemente attivato un servizio pubblico per lo sbattezzo.
Comunque adesso sono scomunicato, escluso dai sacramenti e dai sacramentali.
A chi mi ha chiesto perché ho fatto un gesto simile, potrei rispondere con un lungo elenco di motivi. In realtà alcuni di quei motivi non li condivido propriamente.
La vera risposta è “perché no”?
Dal momento che da molto tempo mi professo non credente, e sono inoltre in chiara e aperta polemica nei confronti della Chiesa Cattolica, perché dovrei continuare ipocritamente a farmi considerare parte di questa comunità?
Naturalmente mi è stato detto che do troppo importanza alla cosa. Certamente ne do molta. Per me è molto importante, in questo momento, essere coerente. È una scelta che riguarda me, il mio modo di essere. Non ha niente a che vedere con chi scelga di continuare a essere cattolico.
Perché solo adesso?
Perché una serie di recenti vicende mi hanno portato ad avvicinarmi all’UAAR prima, a conoscere questa possibilità poi. E quindi, a intraprenderla, proprio adesso.
A chi invece mi dice che ho molto tempo da perdere rispondo semplicemente che è solo per una diversa attribuzione di importanza alle cose che questa può sembrare una perdita di tempo. Si perde tempo in tanti modi. Ultimamente sono così occupato che riesco a fare meno di un decimo delle cose che vorrei fare nel perdere il mio tempo, o a leggere i libri e le riviste che vorrei leggere, a frequentare le persone che vorrei vedere. Eppure trovo il tempo per mandare una raccomandata. C’è chi perde tempo nel guardare le partite di calcio, chi nell’andare al cinema, al ristorante, al teatro, chi nel frequentare lezioni di danza, corsi di ceramica o nuoto libero, chi a guardare la televisione, andare in barca a vela, giocare a burraco, navigare su internet, leggere i blog e/o mantenerne uno, stare davanti al computer, leggere i libri, i quotidiani, fare teatro, cucinare per diletto, andare a pesca, chattare con gli amici, rispondere alle email, fare il punto e croce, guardare Amici, il Grande Fratello, ascoltare la radio, collezionare pregiate bottiglie di vino, discutere di politica, andare a votare, fare le gite in bicicletta, fare le gite in moto, e chi più ne ha ne metta. Tutte attività lungi dall’essere essenziali per la sopravvivenza. Ognuno è libero di perdere il proprio tempo come vuole, ed è il solo a sapere e a poter giudicare se il proprio tempo speso è stato veramente perso.