Il Mahatma e la Telecom

gandhi-telecom.jpgQualche giorno fa Enz(in)o ha lasciato, su un post che parlava di tutta un’altra cosa (a lui piacciono i voli pindarici) un commento sullo spot della Telecom che ha Gandhi per protagonista.
Be’, anch’io ho subito manifestato una certa perplessità, per non dire, un senso di inquietudine e disgusto.
Ne ho poi parlato con altre persone che mi hanno fatto notare di aver liquidato un po’ troppo rapidamente la questione.

Lo spot è stato diretto nientemeno che da Spike Lee. C’è anche chi lo trova interessante, o addirittura toccante.

Be’, sinceramente, a me fa un po’ onco.
Lo spot ci dice “Se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe?“.
E ci mostra il Mahatma che parla davanti a una webcam e “comunica” con milioni di persone in situazioni assolutamente improbabili: folle radunate in piazza davanti a grandi megaschermi, indigeni di non so dove collegati a Internet (?), vecchietti dotati di auricolari bluetooth.

A me ricorda un po’ la formula “Che mondo sarebbe senza Nutella?
Ma la mia disapprovazione nei confronti dello spot non è dovuta tanto allo sfruttamento del personaggio storico per reclamizzare un’azienda di telecomunicazioni. Ci sono altri spot che fanno uso di grandi personaggi storici per reclamizzare un prodotto. L’utilizzo di Gandhi e la domanda finale sono ciò che lo rendono preoccupante.
Per esempio: ci sono tre risposte possibili alla domanda “Se avesse potuto comunicare così, oggi che mondo sarebbe?”:

  1. Il mondo sarebbe uguale: significarebbe che il peso della tecnologia nella comunicazione delle idee non è importante. Insomma, se non c’è chi è disposto ad ascoltarti è inutile avere i mezzi di comunicazione potenti.
  2. Il mondo sarebbe migliore: significherebbe dunque che oggi abbiamo i mezzi ma ci mancano le idee (o la sensibilità, o entrambi).
  3. Il mondo sarebbe peggiore: allora non è il caso di usare tutta ’sta tecnologia.

Personalmente sono indeciso tra la prima e seconda ipotesi, ma in ogni caso non c’è da stare allegri.

Scarica lo spot »

20 Commenti a “Il Mahatma e la Telecom”

  1. Enzo afferma:

    Le mie preoccupazioni erano forse su un fronte molto diverso (o no?). Faccio domande in ordine sparso, non necessariamente in ordine di importanza:

    »» un messaggio così forte come quello di Gandhi avrebbe davvero bisogno di un tale sfoggio di comunicazione? Non si vuole, con quella domanda, sminuire il senso del messaggio di pace in sè, che non avrebbe bisono di essere “reclamizzato”?

    »» non è stato molto più forte, come messaggio, quello di essere riusciti ad ottenere l’indipendenza dagli inglesi senza muovere un braccio (in senso militare, intendo, e pur, me ne rendo conto, con moltissime vittime…)?

    A me una cosa che aveva fatto senso dello spot era il richiamo evidente (ma forse non voluto dal regista?) col Grande Fratello (quello del 1984 del blog di Edo, non quello di Mediaset) che ti sovrasta con la sua immagine, e quindi mi chiedo, ancora:
    »» non è pericoloso (inquietante, allarmante) pensare che un’estesa comunicazione possa moltiplicare a dismisura l’efficacia di un messaggio? insomma: non viene in mente a nessuno cosa mai potrebbe succedere se invece che Gandhi fosse qualcun altro a possedere un mare di testate giornalistiche, televisive, radiofoniche e ad avere la possibilità di comparire con la sua immagine imponente su maxischermi nelle piazze e minischermi nelle case di ciascuno?

    Il riferimento della domanda precedente lo lascio a ciascuno, per non offendere la vostra intelligenza, ma faccio ancora una domanda, sottolineando che, come chi mi conosce sa bene, non sono affatto contro la tecnologia e contro i mezzi di comunicazione:

    »» non sarebbe stato meglio fare una pubblicità che per sottolineare le potenzialità degli attuali mezzi di comunicazione non avesse usato l’immagine della comunicazione uno-a-molti ma avesse sottolineato le possibilità che oggi abbiamo di comunicare in maniera capillare anche a partire dal basso e in maniera pari-a-pari (p2p!!!)?

    meditate, gente, meditate
    un Enz(in)o che ormai non lo zittisce più nessuno (meno male che settimana prossima sono a Firenze e starò un po’ lontano da un computer… ;-) )))

  2. Mau afferma:

    Se passi da casa mia potresti rovinare i tuoi piani di lontananza…

  3. Mau afferma:

    Be’, se non altro questo spot Telecom è stato stimolante…

  4. Mau afferma:

    Ho messo a disposizione lo spot per il download per chi non lo avesse visto o non potesse vederlo.
    Grazie Enzo per aver sollevato con chiarezza quelle domande che probabilmente sono all’origine di quel senso di inquietudine che questo spot mi ha dato. Stiamo facendo pubblicità gratis alla Telecom.

  5. CUG afferma:

    Per me abbassare le bollette e risparmiare sul compenso di spike lee sarebbe stata la pubblicità più grande per la Telecom.

    E poi mi chiedo perché si facciano tutti sti problemi : per avere la pace nel mondo basta eliminare le banche.

  6. Mac75 afferma:

    http://www.radioattiva.org/modules.php?op=modload&name=News&file=article&sid=125&mode=thread&order=0&thold=0
    “Lui” ha comunicato così… 8)

  7. Mau afferma:

    Complimenti Mac! Questa segnalazione è meravigliosa e coglie l’essenza di queste inquietudini e riflessioni.

  8. Mau afferma:

    Segnalo un altro commento a proposito di questa discussione:
    http://minimokarma.splinder.com/1095595907#2961172

  9. Mau afferma:

    La puntata di oggi di Golem parla di molte cose, ma anche di questo spot:
    Puntata di Golem di martedì 5 ottobre 2004

  10. freya afferma:

    ..credo che non sia un mezzo di comunicazione a generare il messaggio, ma il messaggio a trovare e generare nuove vie, così succede che in questo spot,pur così ben concepito, l’attenzione venga catturata dal carisma di Gandhi più che dall’oggetto in “promozione”, questo a dimostrazione del fatto che il Mahatma aveva intrapreso un suo proprio canale comunicativo che gli ha permesso di giungere fino a noi con un messaggio assolutamente attuale, viaggiando sulla risonanza della nostra interiorità più che su quella di una connessione a banda larga; ed è così che non possiamo smettere di ascoltare e vogliamo capire e carpire più di tutto il senso profondo di quelle parole pronunciate sottovoce in inglese sullo “sfondo” dello spot, mentre ci stiamo ormai immunizzando alle centinaia di messaggi gridati, massificati, omogeneizzati e “pronti all’uso”..

  11. Galliano afferma:

    Se Lui avesse potutto comunicare così avrebbero potuto farlo anche altri. Ho sovrapposto a Gandhi l’immagine di Hitler e lasciato la scritta. Fotocopiata e fatta vedere in giro. E se quell’altro Lui, uno dei tanti detto per inciso, avesse potuto comunicare così che mondo sarebbe?
    Inoltre masse adoranti ad ascoltare un messaggio assolutamente incomprensibile.
    Diceva un altro Lui “povero quel popolo che ha bisogno di eroi”, ed io sono d’accordo con questo Lui. Usiamo le noste teste e capacità emotività e quant’altro non seghe del tipo “se ci fosse ancora Lui” … che magari crediamo che i treni arrivavano in orario ( basta cambiare gli orari, come hanno fatto le ns Ferrovie dello Stato).

  12. Mau afferma:

    Più o meno era “beato il popolo che non ha bisogno di eroi” ma il senso è lo stesso. Comunque credo che alla fine si possa dire ancora una volta che la tecnologia può fare solo da veicolo alle idee, non rappresentarle nella sostanza. Voglio dire insomma che, in fin dei conti, ha una certa neutralità di base: è il fine per cui la si utilizza a determinarne la bontà o meno.
    L’apparato di telecomunicazioni dell’homo cyber di oggi può essere usato come grande mezzo di propaganda e controllo, ma anche come veicolo del confronto e dello scambio di idee fra le persone. Scambio e confronto che altrimenti sarebbe molto più lento e più facilmente controllabile dall’alto. Credo che con questa piccola discussione, nel nostro piccolo, stiamo dimostrando che la tecnologia può avere un utilizzo “basso”, nel senso di piccola comunicazione, ma prezioso dal punto di vista della libertà di espressione e della visione alternativa rispetto alla “pappa scodellata” dei grandi mezzi di comunicazione di massa.

  13. gianluca afferma:

    Il problema non è come sarebbe il mondo se il Berluska avesse comunicato così (purtroppo lo constatiamo quotidianamente…), ma cosa sarebbe lui oggi, se avesse potuto comunicare soltanto con i mezzi che aveva a disposizione il Mahatma…

  14. Mac75 afferma:

    Ultime news riguardo allo spot incriminato:

    > Ecco le parole di Gandhi nello spot:

    “If you want to give a message, it must be a message of ‘Love’, it must be a message of ‘Truth’. I want to capture your hearts. Let your hearts clap in unison with what I?m saying. A friend asked yesterday, “Did I believe in one world?” How can I possibly do otherwise? Of course I believe in one world.”

    Traduco: “Se volete dare un messaggio, deve essere un messaggio di amore, deve essere un messaggio di verità. Voglio catturare i vostri cuori. Lasciate che i vostri cuori battano all’unisono con quello che dico. Ieri un amico mi ha chiesto se credo in un mondo unito. Come potrei fare altrimenti? Certo che credo in un mondo unito”.

    Il bello è che questo non è proprio quello che disse Gandhi. Le parole sono tratte dal discorso “One World?:

    http://www.gandhiserve.org/information/listen_to_gandhi/lec_2_iarc/lec_2_iarc.html

    fatto il 2 aprile 1947 a Nuova Delhi, nella sessione conclusiva della Conferenza sui Rapporti Inter-Asiatici, di fronte a oltre 20.000 visitatori, delegati e osservatori.

    Questo è quello che ha detto realmente Gandhi secondo la trascrizione che ho trovato online:

    If you want to give a message again to the West, it must be a message of ‘Love’, it must be a message of ‘Truth’. There must be a conquest [applausi], please, please, please. That will interfere with my speech, and that will interfere with your understanding also. I want to capture your hearts and don’t want to receive your claps. Let your hearts clap in unison with what I’m saying, and I think, I shall have finished my work. Therefore, I want you to go away with the thought that Asia has to conquer the West. Then, the question that a friend asked yesterday, “Did I believe in one world?” Of course, I believe in one world. And how can I possibly do otherwise, when I become an inheritor of the message of love that these great un-conquerable teachers left for us?

    Notare il rimontaggio e la mancanza di quei “to the West” (”all’Occidente”) e “Asia has to conquer the West” (”l’Asia deve conquistare [moralmente] l’Occidente”), decisamente troppo ingombranti e fastidiosi. Bisogna ovviamente tenere presente qual è l’”Occidente” si riferisce: quello del 1947, quando l’India era ancora colonia britannica.

    -.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-.-
    (C) 2004 by Paolo Attivissimo (www.attivissimo.net).
    Distribuzione libera, purché sia inclusa la presente dicitura

  15. Enzo afferma:

    Una nota a margine permettetemi di farla anche sul profondo cambiamento di “senso” della frase sul “catturare i vostri cuori” e sul “battere dei cuori all’unisono col mio discorso”: da una parte, nello spot, sembra una frase caricata di enfasi e di lapidarietà (di quelle che io odio, visto che per come è messa nello spot, è una frase che non significa niente, à la new-age, messa lì solo per “fare scena”), mentre nel messaggio originale si tratta di una risposta a un fatto contingente (gli applausi) che usa, sì, un linguaggio metaforico, ma per dire una cosa chiara e ben comprensibile!!!
    Sono sempre molto critico sulle frasi piene di parole-chiave che potremmo dire titanico-romantiche (”cuori”, “infinito”, “per sempre”, etc etc…): sono sempre sull’orlo del non-senso e del puro uso, per dirla con linguaggio à la publitalia, “propagandistico”!

  16. Mau afferma:

    A questo punto credo che la risposta possiamo trovarla solo nei nostri cuori, proiettando per sempre il nostro spirito verso un’infinito anelito di speranza di amore e pace.

  17. Enzo afferma:

    Epperò, è sbagliata!

  18. edo underground afferma:

    miii ma che ci fai enzo al campus?

  19. Mau afferma:

    Se per questo, io sono in ufficio. Ancora per pochi minuti però…

  20. Galliano afferma:

    Cambio di discussione.
    Vorrei proporre una discussione nuova.
    Offerta azioni Enel.
    29 milioni di clienti.2,5 miliardi di euro di utile. In regime di monopolio!
    La statistica dice (ma la statistica, come è noto inganna) che ogni utente ha pagato 85 euro di bolletta energetica oltre il costo. Più le imposte, facciamo per comodità 1/3, ma è di più, siamo a circa 113 euro, più o meno 195 mila lire.
    Quindi visto il costo delle azioni 6,5 euro circa, ed il rendimento garantito(?) 5,5%, essendo noi tutti anche clienti Enel, acquistando azioni 314 azioni par circa 2.050 euro siamo alla pari. Il maggior costo richiestoci dall’Enel ci viene ristorato sotto forma di dividendi. Anche se non siamo proprio alla pari. 1. I duemila euro sono un capitale di rischio 2. Investiti altrove avrebbero comunque (forse) un rendimento. Parliamo però sempre di una media semplice. 29 milioni e 2,5 miliardi di euro. Ma se una impresa, che spende in energia elettrica una cifra tot volesse investire parte dei profitti, per altro influenzati dal costo energetico, in azioni Enel, quanto dovrebbe investire, a quanta liquidità dovrebbe rinunciare? Ed ora che il regime di monopolio è cessato, dal 1° luglio, quanti dei 29 milioni di clienti si rivolgeranno ad altri gestori privati? E l’aumento del prezzo del petrolio?